lunedì 2 marzo 2020

Cercare nei ricordi...

Buongiorno è raro alzarsi ed avere voglia di comunicare con il mondo, e poi parliamo di cosa?
Siamo in un momento veramente orribile, le forze della catastrofe si sono scagliate contro la nostra meravigliosa terra!
I poli si sciolgono, gli orsi si mangiano tra di loro, orde di locuste infestano parti dell'Africa, le nazioni sono perse dentro questa guerra al coronavirus, e noi che facciamo?
Torniamo indietro con la memoria a cose che erano fatte di semplicità, colore, aria respirabile, ghiacci bianchi ed accecanti di luce, energie semplici che convertivano in benessere la vita dell'essere umano.
Sembra di parlare della preistoria, mentre sono trascorsi solo 15/20 anni, quando ancora si riusciva a stare insieme e a chiacchierare davanti ad un caffè senza avere il terrore di essere visti, sentiti, contagiati.
Non è facile lasciare la tecnologia che ci trattiene dentro delle gabbie che non è possibile aprire, non riusciamo più ad essere comprensivi verso quello più debole, le espressioni che sento in questo periodo sono orribili..."aveva problemi quindi il virus lo ha distrutto"..."era vecchio quindi il virus lo ha fatto morire"...ma scusate fino a pochi anni fa conoscevo una medicina che cercava di allungare la vita a tutti!!!
Già è cambiata la strada delle ditte farmaceutiche, adesso è meglio una eliminazione tranquilla senza spargimento di sangue, lasciando il lavoro sporco ai virus, sempre esistiti anche prima di noi, sparpagliamo batteri che lascino vivere solo quelli forti, belli, intelligenti, giovani...e chi altro ancora!?
Come se ne esce da tutto questo mostruoso modo di non vivere...
Non vi so dare una ricetta, forse ognuno di noi ne ha una che si adatta a perfezione alla propria struttura fisica e di anima.
Fare esercizi yogici, camminare nei boschi, formare dei gruppi di comunicazione dove si usa il suono melodioso della bocca senza essere proiettato attraverso un telefono, meditare, pregare...
Mi concedo di tornare a memorie lontane a quando riuscivo a ridere solo per una sciocchezza, a quando mi bastava stare in riva al mare e guardare l'andare e tornare delle onde del mare, alzare gli occhi e fissare il cielo, con il sole, con le stelle, con le nuvole e restare incantata ogni volta perchè notavi verità che non ti erano giunte prima.
Vogliamo veramente vivere in questo caos che genera solo solitudine, paura, incomprensioni, senza portare da nessuna parte, o invece vogliamo una vita fatta di colori intensi, di incontri intensi, di amori intensi...
Rivoglio quello che mi è stato tolto, e lo pretendo senza condizioni, perchè l'UOMO è stato sempre con un solo desiderio la LIBERTA'. Una libertà che non travolga nella follia collettiva altri esseri umani, che lasci spazio ad altre libertà anche se non comprese, ma dove la libertà di uno non stravolga e limiti la libertà dell'altro.
Come si fa?
Rispetto, tolleranza, comprensione, amore...riusciamo ancora a comprendere e a provare tutto questo?
Vi lascio nella riflessione, e sarà quello che farò anch'io.

Un abbraccio cosmico nella luce a tutti!

"Da millenni gli esseri umani si sono dati a esplorare la materia, e in questa esplorazione arrivano al punto di smarrirsi in essa...E con il progresso tecnologico, l'epoca attuale non è che una discesa vertiginosa della coscienza umana nella densità della materia.
Ma arriverà il momento in cui gli esseri umani, sazi, saturi, proveranno il desiderio di elevarsi fino alle regioni spirituali"  Omraam Mikhael Aivanhov



domenica 1 settembre 2019

Ti racconto una storia...L'Illusionista


Un pomeriggio da non dimenticare. Stavo in sala di aspetto e stavo riordinando gli appuntamenti e gli incontri di yoga casualmente mi trovo ad ascoltare, mio malgrado, i commenti di due maschi, uno di nome Francesco, l'altro mio marito Alessandro, o quello che ritenevo tale fino a qualche minuto prima! Parlano della donna di un altro con espressioni da uomini di bettola, Alessandro esprime tutta la sua libidine e approvazione riguardo alla femmina che si trova fuori!
Resto allibita, non avrei mai pensato lui in questa veste. Immaginavo che da molto tempo non mi fosse fedele, ma che dentro il posto dove lavoro anch'io riuscisse ad essere così squallido...no non ci arrivavo neanche con la mia più fervida fantasia.
Mi costringo a restare in ascolto di quelle esclamazioni di meraviglia difronte a tanta bellezza ed eleganza, mugolii di approvazioni ed esclamazioni molto maschili, che ho volutamente rimosso dalla mia mente. Arriva il turno della "splendida".
Voce da gatta in calore con suoni acuti e soffici dove si aggiungono i miagolii di Alessandro!
Quella che spesso inveisce contro di me con allucinanti "ma che vuoi?", "ah si va beh!", adesso era diventata una voce melliflua, con accordi suadenti, insomma classica modalità DEFICIENTE a caccia.
Resto seduta ad ascoltare , anche perchè non riesco a muovermi da lì, escono dalla stanza mi passano davanti e non si accorgono della mia presenza; tutti questi anni vissuti con lui!
Non riesco a crederci, ecco spiegato il motivo di tanta indifferenza e violenza verbale, a volte si è ciechi e sordi, non si vuole comprendere il cambiamento avvenuto negli ultimi anni di matrimonio, il modo sempre sbrigativo di rispondermi, che andava verso il grugnito o un latrato, per arrivare ad un abbaiare nei miei confronti, sempre scocciato e frettoloso, di chi non ha mai tempo da perdere con una scema come me.
Ad ascoltare quei suoni melodiosi uscire dalla bocca di mio marito, mi faceva star male, più che se lo avessi trovato a fare sesso con un'altra donna!!!
Mi sono sentita usata, distrutta, umiliata, abbandonata, sola, tutto in un secondo; nessuno può comprendere se non ha provato cosa si sente in quel momento, gli occhi si aprono improvvisamente e la luce violenta ti ferisce come una spada, entra e ti trafigge, resti annichilita, sgomenta, nelle orecchie l'eco fastidioso di quelle parole che ti rintronano il cervello.
Mi sono tornati in mente i dieci anni di rapporti sessuali sempre più diradati e di fretta, mi sono tornati in mente la solitudine e la difficoltà di vivere quella relazione logora e senza più sentimento, senza conforto ed aiuto, mi sono tornate alla mente le mie richieste prima educate seguite dalle mie urla sconnesse perchè mi desse delle spiegazioni, invece in cambio ho avuto silenzi, a volte con delle risposte senza senso, dei grugniti, sempre accompagnati da un girare le spalle e andare via.
Arrivavo a sentirmi stupida, sola, inadeguata, sciocca, inutile, ma soprattutto non più "DONNA", ma solo un fantoccio senza forme umane, senza una identità, una perfetta idiota.
Sono rimasta seduta sulla sedia anche quando è uscito e non si è accorto della mia presenza tanto era preso dall'avvenenza della sua paziente; non si è accorto subito di me come sempre, quando si gira, il suo stupore e la sua meraviglia lo tradisce, sbianca e si irrigidisce, ma ormai è bravo a mistificare l'imbarazzo e come sempre fa finta di niente.
Lei splendida nel suo abbigliamento da 5.000 euro, tacco dodici,borsa coordinata, tutto assolutamente griffato, mi guarda con aria di sufficienza e di compatimento insieme, tirano fuori un argomento banale su un apparecchietto che lei usava, facendolo sembrare la cosa  più importante in quella conversazione, vengo chiamata in causa anch'io perchè la cosa poteva interessarmi.
In quel preciso momento sono morta, mi sono sentita distrutta, come se vent'anni con lui fossero stati solo una grande "cazzata", perché non ho capito, perché ho fatto finta di non comprendere che quell'essere che mi costringevo ancora a credere mio marito non aveva per me nessunissimo interesse, neanche umano.
Ho vissuto di illusioni, di idee che erano solo mie e mi sono resa conto di averle vissute con un "ILLUSIONISTA" che per anni mi ha fatto credere che lui la pensasse come me su tante cose, che fossimo coinvolti anche sulle idee lavorative nella stessa direzione, ritrovarmi truffata, sfruttata e, come donna, violentata nel peggiore dei modi.
Ho avuto per la prima volta la sensazione di un grande vuoto, mi sono chiesta "adesso che faccio?",
sono vissuta tutti questi anni dentro una stanza buia, improvvisamente qualcuno aveva aperto una finestra e la stanza si era inondata di luce accecante che mi feriva gli occhi, ero cieca, disorientata non sapevo cosa fare.
Allora mi è tornato in mente quello che mi ripetevo quando tutto mi appariva confuso, nel caos...aspetta resta ferma.
                 
"La vita non dovrebbe essere un viaggio organizzato 
verso la tomba, 
che raggiungiamo sicuri e senza contrattempi 
in un corpo attraente e ben conservato. 
E' piuttosto un percorso per vie traverse, 
con un bicchiere di champagne in una mano, 
   una manciata di fragole nell'altra, 
 il corpo scrupolosamente consunto dall'uso,
il cuore aperto, 
lo spirito libero da vincoli, 
 l'anima pronta a librarsi in alto, 
    gridando esausti:
"Wow che viaggio!".


Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.


domenica 13 gennaio 2019

Ti racconto una storia...Le donne guerriere parte II

Quanta luce si può vedere attraverso gli occhi, quanta se ne riesce a tollerare.
E' stato sempre un mio gioco guardare il sole per catturare tutta la sua luce, il suo calore, la forza che ti integra nella luce intensa che va dal giallo, all'arancio ed arriva al rosso, forte intenso in un abbraccio unico irripetibile.
Sento una mano che prende la mia, non conosco a chi appartenga, ma la sento forte,  mi trascina in questo tunnel luminoso, la paura non fa parte di questo luogo.
Piano, molto lentamente inizio a scorgere delle figure che si muovono  intorno a me, mi osservano  non mi conoscono ed io non conosco loro. Ma dove mi trovo, quale buco ho attraversato?
La figura che mi tiene ancora per mano mi parla e sento un suono che mi riempie il cuore, io la conosco...
La domanda ce la facciamo in contemporanea, chi sei? Già chi sono, non riesco a rispondere ci penso, mentre lei si presenta; io sono Pentesilea regina delle Amazzoni, riconosco in te una nostra sorella il tuo nome è Ippolita. Resto ad ascoltare attonita, e come un uragano mi si risvegliano memorie antiche, mi vedo vestita da guerriera, che impugno una spada, mi tuffo urlando contro nemici, mi ritrovo attorniata dalle mie sorelle armate e combattive. Dove vado lo so perfettamente, con chi sono lo ricordo, ma la cosa più bella è che mi riconosco in quel nome, Ippolita.
Al mio fianco che mi fa da guida la mia più grande e fedele amica Pentesilea. Ancora fianco a fianco, come tante volte in battaglia, contro uomini armati che combattevano contro di noi. Sentirla vicina mi ha ridato l'energia che avevo perso, mi sono girata verso di lei e ci siamo abbracciate come solo le Amazzoni sanno fare.
Braccio contro braccio, petto contro petto, l'altro braccio che circonda le spalle.
Da quanto tempo non sentivo quella forza, da quanti anni non ero più stata abbracciata. E proprio questo mi fa tornare in mente le parole della donna che credo fosse la fidanzata di mio marito :"abbracciatevi che è da tanto che non lo fate" e dove incredula ribadivo :"ma lei come fa a saperlo?".
Già come faceva a sapere quello che solo lui poteva sapere, perchè glielo ripetevo in continuazione, come si fa a volersi bene se non si sente il bisogno di abbracciarsi,sentirsi vicini nell'odore, nell'amore. Ma spesso ricevevo  un grugnito di apparente assenso, o meglio un lungo interminabile silenzio, si girava di spalle sentivo perfettamente il suo disprezzo, tutto questo aveva generato in me il grande dolore quello di sentirti un NULLA.
Tutto aveva poi partorito la mia sciocca idea di non essere all'altezza...ma di cosa poi, adesso credo fermamente che chi non riesce ad amare è da ritenersi inferiore come essere umano.
In quel momento ho generato il mio Alien, si è legato all'organo di competenza di quel dolore, il mio seno destro. Chi si occupa come me di medicine naturali sa perfettamente che il seno destro è legato all'uomo, al maschile, che non ti ama, colui che tradisce ogni tuo ideale di amore, quello per cui hai lasciato la tua città, il tuo lavoro, la tua vita, credendo che quel sacrificio valesse bene la scelta che stavi affrontando.
Adesso inizio a definire tutte le persone che mi stanno intorno, le sento vicine, tutte sono legate a me da lontane appartenenze, finalmente a casa.
"Pentesilea come una furia guida falangi di Amazzoni coi loro scudi lunati e in mezzo a mille risalta per la sua cintura d'oro che sotto il seno nudo tiene annodata vergine guerriera, che osa scontrarsi con uomini armati".
Queste parole tornano imperiose nella mente che fa un salto indietro nel tempo, un viaggio a ritroso, oppure un viaggio in un'epoca parallela dove tutto sussiste senza che nulla sia cambiato.
Mi sento finalmente in mezzo alla comprensione profonda, mi ritrovo ad avere la forza, la consapevolezza di esistere, perchè solo attorniata da tanto amore ritrovo il piacere profondo intenso della VITA.
Ritrovo altre compagne che vengono verso di me e mi abbracciano, intanto si apre una distesa fantastica di natura selvaggia, alberi, fiori, profumi intensi mi vengono incontro trascinandomi in un turbinio di sensazioni che penetrano tutti i miei sensi e  la mia pelle, portandomi a quel piacere a lungo negato, il piacere dell'amore.
Penso ad Alteo, lo vedo gareggiare con se stesso, pavoneggiarsi di fronte alle sue prede, mentre sceglie quella che sarà al suo talamo quel giorno, rossa, bruna, bionda, capelli lunghi, corti, seni importanti e sederi che chiamano al sesso. E mi appare sciocco, infantile, mi viene da sorridere e finalmente rido di gusto immaginando, osservando quel film che si muove sotto i miei occhi.
Ritorno alle mie compagne e a quel luogo fiabesco che rimuove ogni dolore, che mi fa sentire finalmente parte della natura, della vita. Inizio a parlare con loro mi ricordano le battaglie al suono del sistro, che ci faceva ingraziare i nostri dei, un suono limpido e cristallino che riempiva il campo di battaglia. Poi mi rivolgo a Pantesilea, inizio a parlare dei i miei dolori, racconto parte della mia vita, quanto mi siano mancate, mi chiede come sia la vita dall'altra parte, e cerco una descrizione che possa rendere la  visione giusta.
"Di la' esistono tecnologie che qui sembra non esistano, si vive in case riscaldate, perfettamente arredate, piene di ogni comfort ma manca la luce che avete qui, siamo senza suoni ma siamo pieni di frastuoni, qui avete i sorrisi, noi abbiamo facebook, qui avete il contatto fisico, noi abbiamo internet, voi avete gli alberi i fiori, noi abbiamo quasi distrutto tutto per fare spazio al nostro egoismo.
Abbiamo creato rapporti falsi, fatti di lievi sorrisi tanto da non arricciare il naso, in modo da non aprire troppo la bocca, restando imperturbabili di fronte a tragedie, malattie, solitudine, abbiamo contrapposto all'osservazione dell'uomo la tac, risonanze magnetiche, ecografie, radiografie, mammografie....vige il motto andiamo a vedere, non si ascolta il racconto del paziente, non si fanno osservazioni, il medico incapace si affida alla tecnologia, che lui stesso ha creato.
Ma una cosa è certa non riusciamo a guarire perchè la malattia è vista come una punizione, come un handicap, qualcosa di cui non si deve parlare, tutto il nostro mondo di la' è pura ipocrisia, le donne credono di essere al pari dell'uomo, ma non è mai stato vero, il nostro lavoro è sempre sottovalutato, quando non siamo più appetibili come forme sessuali, veniamo scaricate come vecchie auto, l'unica cosa che ci distingue dalle auto che non c'è rottamazione da pagare, quando l'uomo anzi il maschio ritiene di essere stato abbandonato perchè, civilmente, anche se con dolore, provi a separarti, ti uccide, vedere come sono aumentati gli omicidi di donne".
A questo punto sento una forte rabbia che si scatena nelle mie compagne, "Pantesilea credi che potreste venire dall'altra parte e fare guerra a questo mondo di maschi prepotenti?" Lei mi risponde "credi che servirebbe? Nulla è più forte della comprensione che passa attraverso l'amore universale che lega ogni essere umano alle Divinità che ci hanno donato la vita, cerca di vedere oltre il tuo ottuso dolore, che sta fermando la tua capacità di accogliere, di vedere quello che ti sei sempre prefissa quando vivevi con noi. La vita è solo un cammino da un "giro" all'altro, ci serve per crescere per diventare perfetti arrivando a quegli spiriti chiamati "vite raggianti", dopo ogni giro c'è un momento di riposo, il "pralaya". In questo momento l'uomo lascia dietro di se un seme immerso in un letargo, proprio da questo nascerà l'uomo del Sole.
Allora potrai ritrovare la vera Ippolita, riconoscendoti in quello che ora sei nel tuo nome di adesso Dorotea"
"Perdonami ma non ti capisco, cosa dovrei fare adesso, uscire da questo incanto e tornare in quell'inferno dantesco? Mi vuoi rimandare da dove sono venuta?".
"Adesso lo puoi fare non avere paura di affrontare la rinuncia al tuo seno, lo hai già fatto quando eri Ippolita, non avere paura di restare senza un compagno, è una scelta che hai già accettata come forma di vita, non avere paura di curarti, segui le tue conoscenze mediche, i tuoi rimedi naturali, trasforma in LUCE la tua vita offuscata dall'odio, dall'invidia, dal rancore, molto spesso donne come noi non possono essere amate perchè la loro forza induce debolezza nel maschio rendendolo ridicolo nel ruolo a loro ascritto nei millenni. Questo accadrà quando anche la natura maschile convertirà in luce le sue tenebre. Quando la loro bassa materia farà rinascere lo spirito, quando e solo allora noi potremo essere amate, comprese, rispettate, allora il mondo sarà nell'era del Sole, l'evoluzione terrestre porta a mitigare e domare il carattere animale dell'uomo. Va torna alla tua era e porta con te la nostra forza vitale, ricorda nei momenti tristi e di solitudine che non sei sola, ma che appartieni al mondo delle Amazzoni."
Mi sento improvvisamente trascinata in un turbine e mi ritrovo seduta sulla panchina, con gli esami sulle mani, a fissare quella porta Magica che ancora una volta mi ha dato risposte, sento ancora l'abbraccio forte che ci siamo scambiate con le sorelle Amazzoni, sento ancora l'odore e il calore della stretta di Pentesilea, la mia dolce, forte incorruttibile amica guerriera.
Adesso so cosa fare, e sono certa anzi sicura che guarirò perchè ho ritrovato il motivo per cui esisto ...sono IO la mia esistenza, sono IO la mia forza quella da amare nonostante tutto!

La vostra Amazzone Ippolita

Con affetto e pazienza leggete

Doriana



giovedì 1 novembre 2018

Ti racconto una storia... Le donne guerriere


Prefazione

Difficile descrivere quello che ti riguarda tanto da vicino da essere te stessa. Voglio far diventare una storia vera una fiaba, una favola di questi tempi per provare a comunicare a molte donne quello che si prova durante una malattia così invadente, invalidante, che mortifica la femminilità.
Il cancro al seno, che corrode il corpo e distrugge la mente, alienando l'anima.
Questa favola ci aiuterà a lasciare andare il dolore, quello che ha il colore Nero, che porta il suono Cupo, che non ti fa vedere la Luce.
Spero di riuscire in questo intento e di portare a leggere questa storia, portando una consapevolezza che si può vincere attraverso il dolore la tristezza, diventare "GRANDI"
                                                Doriana


Una mattina di ottobre mi ritrovo seduta su una panchina, il sole limpido che splende sopra la mia testa, la confusione che sovrasta la mia mente, la risposta dell'ecografia nelle mie mani.
Tante volte ho fatto controlli, mammografia, ecografia, ma questa volta è diverso, la risposta è terribile: "L'indagine mostra massa solida del QSE della mammella destra di 3 cm a contorni irregolari, la score elastosonografico è di tipo 3-4 infiltrante, Due linfonodi di 8mm del cavo ascellare destro".
Leggo e rileggo, e sembra quasi che non riesco a capire, ma la sentenza è chiara, cancro del seno dx con due linfonodi presi dalla malattia.
Sento un vuoto interiore, è come se non riuscissi a provare niente, come se questo non mi appartenesse. Cerco nella memoria cosa possa aver determinato questo, sono sempre stata una salutista a dir poco perfetta, niente fumo, niente alcolici, alimentazione al limite della perfezione, non ci sono casi familiari. Allora cosa ha fatto crescere questo Alien??!
Mi accorgo di essere arrivata al solito posto dove spesso mi raccolgo quasi in preghiera, dove arrivo a meditare nel più assoluto silenzio, contemplativa, e silenziosa ritrovo la serenità profonda dell'anima.
Seduta sulla mia solita panchina di fronte alla Porta Magica, la guardo senza vederla, come sempre quando ho un dolore, una difficoltà, qualcosa a cui non so dare risposta, mi siedo in silenzio, osservo quel riquadro con i due guardiani che sembra volerti dire che non a tutti è permesso varcare quel luogo, che non tutti possono comprendere quello che si nasconde oltre quell'antro apparentemente chiuso, aperto solo alle menti elette.
Tutto svanisce, riesco a leggere la scritta sopra la porta "tri sunt mirabilia a deus et homo mater et virgo trinus et unus", ritrovo nelle mie memorie l'antico latino, riesco a distrarmi traducendo la frase;
"tre sono le cose mirabili: Dio e l'uomo, la madre e la vergine, l'Uno e il Trino". Sposto il pensiero a tutto quello che mi ha sempre affascinato, l'alchimia, la magia, l'esoterismo, e torno ad un lontano ricordo, quando da bambina credevo fermamente di appartenere all'antico popolo delle amazzoni.
Donne di estrema forza non solo fisica ma morale interiore con la capacità di vivere senza quella estrema parte virile, facendo a meno del maschio.
Rispolvero le mie conoscenze, e fantastico come sarebbe stata la mia vita se fossi appartenuta alla loro etnia, alla loro perfetta società: " guerriera ardita, che succinta e ristretta in gregio d'oro l'adusta
mamma, ardente e furiosa tra mille e mille, ancor che donna e vergine di qual sia cavalier non teme intoppo".
Vago tra tanti ricordi e tornano le mie peripezie matrimoniali, rivedo gli ultimi momenti con Alteo, mio marito, desiderato, amato, sposato con l'anima e con il cuore. Riprovo dolore a tutto quello accaduto negli ultimi anni tra me e lui, silenzi, indifferenza, quasi fossi trasparente, nella continua ed assoluta incapacità di parlare, di riuscire a spiegare cosa stesse accadendo tra di noi, a volte non riuscivo a trattenere le urla della mia anima che ferita e mortificata dalle continue menzogne usciva dalla bocca che si spalancava in urlo feroce carico di dolore assolutamente non ascoltato, a volte deriso. Cosa ci aveva portato a tutto quel non vederci più, eppure pensavo che ci fosse molto tra noi, abbiamo sempre fantasticato sul nostro incontrarci fatto di magia, il nostro rapporto qualcosa di alchemicamente perfetto.
Quel mostro che stava crescendo nel mio seno lo avevo generato pensando che potesse rendermi visibile ad un uomo che non provava per me nessun sentimento, fosse anche quello più materiale del sesso, oltrepassava la mia persona continuando a guardare oltre dove non vedevo il suo punto, dove guardi ogni volta che stiamo parlando? Cosa pensi ogni qualvolta ti propongo un discorso un pensiero una idea una scemenza, come quando si parla del più e del meno, il tempo, la politica, niente ti interessa, ma la cosa che fa più dolore il tuo continuo ripetermi "cosa hai detto? Non ti sento!!", già!, non sentire quell'essere che cerca di attirare la tua attenzione anche con delle cose banali sciocche, pur di essere presa in considerazione.
Anni passati insieme, nelle difficoltà di vita per il tuo lavoro, non sempre perfetto e amato da te, che per una eternità mi hai ripetuto che non eri nato per fare quel tipo di lavoro che stavi facendo, quasi fossi stato costretto dal nostro stare insieme. Il nostro incontro magico e fantastico si era ormai tramutato in un incubo, in una orrida sequenza monotona di vita banale, la cosa che almeno avevamo evitato, d'accordo o quasi, era di non avere figli, cosa che avevo accettato pur di avere te, avevo dovuto fare una scelta che tempo indietro mi era sembrato naturale e quasi giusta, il tuo grande amore per me non aveva spazio per altri esseri che potessero rubare i nostri spazi.
E anche quella volta avevo pensato di scegliere, ma così non era, il tuo egoismo affluiva nel mio corpo, esplodeva nel mio spirito, determinava delle scelte che non erano le mie ma alle quali mi legavo strettamente come se lo fossero.
Lasciare il mio lavoro perché il tuo era più importante, anche questa mi sembrò una mia scelta giusta tanto il mio ed il tuo amore avrebbero riempito quello spazio vuoto.
Lasciare la mia città per scegliere la tua dove secondo te si viveva meglio, ma soprattutto c'era il tuo lavoro, tutto il "TUO" era più importante del piccolo "mio".
Adesso sto qui in compagnia del mio Alien e dei miei dubbi, perché l'ho fatto, perché ho lasciato il mio tutto nelle tue mani, perché ho abbandonato le mie idee per le tue certezze, perché...perché..e mi logoro nella stanchezza di quesiti che resteranno senza risposte.
Guardo di nuovo verso la Porta Alchemica, il suo vero ed antico nome, fisso le due statue che sembrano guardarmi chiedendomi anche loro "perché l'hai fatto?", all'improvviso una grande luce ferisce i miei occhi, non riesco più a vedere, mi lascio andare a quella luminosità che sento entrare nel mio corpo, l'attraversa, lo riempie, sento una strana forza che mi inebria, il mio viso si rilassa, la mia mente abbandona quegli orridi pensieri, mi accorgo che la porta si apre, anzi si spalanca ed io mi sento attratta, mi lascio trascinare mi alzo e cammino verso di lei, percepisco una voce che stranamente mi risuona familiare.
Entro senza più paure, senza timori, conscia della capacità di comprendere quello che mi sta accadendo.

lunedì 19 febbraio 2018

Ci risiamo...


Sembra quasi impossibile ma stiamo arrivando alle elezioni!
Sono veramente tanti anni che da brava cittadina vado a votare, quest'anno mi trovo in una sorta di difficoltà, chi dovrei votare?
Un enigma veramente attuale, credo che sia la domanda che molti, non dico tutti, ma molti italiani si stanno ponendo; chi, in maniera più profonda, con il solito dilemma destra o sinistra? Altri  chi conviene votare?
Ascoltare i telegiornali di qualsiasi rete è sempre una grande confusione, quando invece dovrebbero generare chiarezza.
Sembra di essere al mercato delle svendite, chi promette l'abolizione delle tasse, chi conferma la soluzione di tutti i problemi, chi impartisce lezioni di bon ton, altri che ci persuadono che con loro al governo tutti quelli che non rappresentano il colore nazionale (parlo di colore della pelle) verranno riportati nelle loro terre, ancora chi promette virtuosismi da acrobati o maghi.
In questo momento tutto sembra praticabile, possibile, ad un passo dalla soluzione; ti accorgi che nel giro di pochi mesi siamo saliti nel PIL, che il lavoro è praticamente aumentato, quasi a far sparire la disoccupazione, le tasse si sono abbassate, le preoccupazioni sono finite, bene siamo diventati improvvisamente un popolo ricco, benestante, sapientemente amministrato da politici esperti e grandi professionisti.
Poi giri lo sguardo, non tanto lontano, ma dentro la mia piccola realtà, due figlie laureate la più grande alla LUISS, in economia aziendale, cinque anni di sacrifici nostri e suoi, laureata in cinque anni perfettamente, alla sola età di 23 anni, nei tempi giusti nelle modalità corrette ebbene per farla breve dopo aver inviati curricola in tutto il mondo, dispostissima a cambiare paese, nazione pur di avere un lavoro, resta in casa ad attendere chissà quale chiamata, forse arriverà prima una risposta da qualche UFO, che da un possibile datore di lavoro!
Un'altra figlia laureata anche lei in Fashion Design, per un suo sogno, quello  di poter arrivare a disegnare la moda nel mondo.
Queste università private dove pagare è la prima fondamentale necessità, ti sbattono fuori senza darti una possibilità di un piccolo lavoro, se avessi investito i soldi in qualcosa di meno "futile" adesso avrebbero degli introiti  sicuri che gli permettevano almeno di staccarsi da noi genitori.
Quando senti dire da un Ministro del Lavoro" che non serve laurearsi a 30 anni con 110, ma che bisogna laurearsi velocemente all'età giusta anche con 97", ma perchè raccontare queste enormi bugie, quando ti accorgi che la richiesta di quasi tutte le aziende anche quelle statali richiedono almeno il 100!
La possibilità che danno molte aziende di inviare curricola via internet, quando poi sappiamo tutti che sono cose che non leggerà nessuno, dove nessuno andrà a cercare il personale presso quelle aperture tecnologiche, l'ho ribattezzata  "la posta di Babbo Natale", anzi credo che sia più facile farsi rispondere da Babbo Natale che da un qualsiasi servizio aziendale.
Quando ti trovi in queste difficoltà da brava italiana che ha sempre espresso il suo voto credendo che potesse cambiare le potenzialità di questo Paese, cosa ti passa per la testa se non il fatto che il tuo inutile voto non serva a niente se non ad affondare ancora di più nell'insignificante vita di "Uno Qualunque", ma mi ripeto continuamente che cercherò di dare quel voto, sicuro, certo, giusto ed onesto capace di ridare respiro a questo Stivale, che non riesce a calzare più nessuno!
Quello poi che fanno tutti i politici adesso è cercare nefandezze nei candidati degli altri movimenti o partiti politici, dando ancora più incertezze, creando più paure, additando ognuno di loro come poco onesto, appartenente a poteri occulti, capaci di vendere immondizie sperando di guadagnarci, picchiando la moglie solo perchè ci si separa, ma non sarebbe il caso di fare silenzio, e vergognarsi di tutto questo clamore assurdo.
Ma perchè cercare di aumentare il caos già dilagante, facendovi notare per le vostre sregolatezze, per non chiamarle "schifezze", sappiamo bene che questo teatrino politico non è nelle aspettative del popolo, ma tanto meno che possiate rappresentare gran parte del popolo ITALIANO.
Veniamo descritti come dei poco di buono, attraversati solo dalla necessità di appropriarci delle ricchezze degli altri, ma non mi sento in questo sacco di cose, e come me migliaia di altri onesti cittadini non si arrendono a tutto questo schiamazzo, si è tanto parlato di "POPULISMO", cercando di addebitarlo alla fazione contraria, ma vi siete resi conto che questo urlare continuo è il vero POPULISMO.
Tante COMARI che urlano dalle finestre di casa quanto la vicina sia più prostituta dell'altra, come se poi si possa soppesare quanto sia più prostituta una rispetto all'altra!!!
Fate silenzio tornate a quella politica fatta si di cose non vere, ma senza schiamazzi e risse; quella POLITICA che era parte fondamentale della vita sociale, fatta da persone prima di tutto istruite, capaci di esprimere le incapacità del popolo, portando avanti necessità, valori, programmi reali, non pensieri fantascientifici.
Torniamo alla politica elegante, forse anche molto formale, ma sicuramente che riesca a dare sicurezza in un domani che non è più nostro, ma deve essere dei giovani, di quei ragazzi e ragazze che sognano un mondo ancora pulito, fatto di diritti, dove creare non sia lontano dalle realtà, formare vite che riporteranno l'Italia ad un concetto di forza lavoro ed industrialmente dotata, dove ci riaffacceremo all'intera Europa con una identità parallela a quella delle altre Nazioni, senza vergognarci di appartenere ad una popolazione fatta di intelligenza, di arte, di fantasia, di manualità uniche, di agricoltura, di imprenditori e di politici, con una grande cultura lasciata da antenati che hanno reso questo Stato una forza nella sua piccola spazialità territoriale.

Lascio questo argomento con questa frase:
" Le parole sincere sono belle, le belle parole non sono sincere.
Chi è capace non discute, chi discute non è capace.
Chi sa non gioca d'azzardo, chi gioca d'azzardo non sa.
Il saggio non accumula: poichè considera tutto degli altri, tanto più ha egli stesso; poichè da' tutto agli altri, tanto più ha egli stesso.
La via del cielo reca profitto, non danno. La via del saggio è fare ma non contendere."

Ringrazio tutti quelli che si sforzeranno di esprimere il loro parere in queste elezioni!



Un abbraccio a tutti

Doriana

martedì 2 gennaio 2018

La squola capitolo I ...

Quando andavo a scuola erano anni di ripresa della vita, gli anni '60, dove tutto veniva preso troppo seriamente, dove tutto veniva tenuto sotto stretto controllo, dove tutto era quasi troppo terrificante!
Ricordo il mio primo giorno all'asilo dalle suore di don Bosco, non volevo restare mi facevano paura penso di aver implorato mia madre che mi portasse a casa e non mi lasciasse in quel posto, che poteva sembrare bello, con le giostrine, lo scivolo, altri bambini che giocavano festosi ed allegri...io no, non volevo assolutamente rimanere in quel posto che mi appariva come un lager, era tutto controllato, si rideva, si cantava, si giocava, ma soprattutto il pomeriggio si dormiva, e già si poggiava la testa sul banco e nel silenzio di quella immensa stanza si tiravano le tende spesse e scure e si stava lì in silenzio, sono certa che c'era qualche bimbo che dormiva, io no!
Ho sempre odiato dormire il pomeriggio, non avevo sonno e non mi piaceva.
Questa tortura durò poco forse per la volontà di mia madre, o forse perchè anche l'asilo costava e noi eravamo già tre sorelle.
Poi ricordo la seconda forma di impatto con la scolarizzazione, la mia prima classe. All'epoca abitavamo su un palazzo, ed io frequentai una scuola nelle vicinanze, ricordo con piacere quell'anno, ed il ricordo è rimasto impresso su l'unica foto che ho con il grembiule ed il fiocco.
La maestra era dolcissima, e ne sono certa perché il pensiero non mi fa drizzare i peli, ma anche questo durò poco. L'anno dopo cambiammo casa, finimmo ad abitare in una casina che adesso descriveremmo come villetta a schiera, a quel tempo erano case per gli operai della fabbrica che teneva in vita una città come Colleferro.
All'inizio mi era piaciuta l'idea di abitare su una casa che era tutta nostra, con il giardino davanti e retro casa, ben presto quel posto divenne la mia prigione.
Chiaramente fui costretta a cambiare scuola, un'altra sede più centrale, più vicino a casa.
Il primo giorno lo ricordo perfettamente anche se sono passati cinquantatre anni, anche quella mattina mi accompagna mia madre, vedo ancora questo lunghissimo corridoio, mano nella mano di mamma, passiamo davanti ad un'aula si apre la porta e appare una maestra, che saluta calorosamente mia madre, le chiede alcune cose su mia zia Pasqua, loro erano state compagne di collegio avevano studiato insieme e si erano diplomate insieme, con tanto affetto parlava della mia amata zia.
Dovevo andare con una insegnante che si chiamava Incitti, ma lei disse a mia madre che assolutamente mi voleva con lei, e che con l'altra insegnante se la sarebbe vista lei.
E qui senza saperlo cado nelle mani di una donna che non aveva cuore, tanto meno un' anima, entro in classe e vedo tre file di banchi, nella prima sezione verso la finestra la fila delle figlie dei dirigenti, nel centro la fila delle figlie degli impiegati, e l'ultima verso la porta la fila delle figlie degli operai!
Una cosa orribile, e forse sembrerà inventata, ma vi assicuro che qui ha inizio il mio rapporto doloroso con l'istruzione.
La maestra Cremona, ricordo solo il cognome, subito mi mise nella fila degli operai, anche perché tale era mio padre, e subito si accorse secondo lei che non ero molto intelligente e tanto meno preparata.
Non mi dilungo in quello che fu un calvario lungo quattro anni, la seconda elementare una volta era sostenuta da un esame, ricordo perfettamente che lo passai forse con dei piccoli voti.
Quello che mi terrorizzava di più della maestra Cremona era il suo cipiglio da grande scienziata e soprattutto psicologa, quello che più mi spaventava era il suo castigo quando lei decideva che non eri attenta o ben preparata, faceva confezionare delle orecchie di asino da quelli più bravi della classe, che guarda caso erano quelli delle file dei dirigenti, erano tutte belle, bionde, e tanto stronze.
Si divertivano a farle più lunghe e perdevano tempo anche nel colorarle, ricordo una mia compagna di scuola si chiamava But questo era il suo cognome, lei era tanto carina, era bionda con degli occhi azzurri ma purtroppo non apparteneva ai banchi giusti e ricordo con terrore quando la maestra la obbligò a mettere le orecchie di asino, ricordo le sue lacrime silenziose che scendevano sul suo viso, e la maestra che fomentava la classe a dirle "asina...asina!", poi non soddisfatta la fece girare per le altre classi dove credo ricevette lo stesso trattamento.
Se è accaduto anche a me non lo ricordo, sicuramente ho cancellato quella umiliante situazione, ma non cancellerò mai il ricordo di quello straziante momento durato quattro anni della mia vita!
Non sto raccontando frottole, non invento niente, sarebbe impossibile fantasticare su questi accadimenti, la realtà molto spesso è peggiore della fantasia, e lo strazio che produce ed il dolore che lascia è incancellabile.
La scuola per me è stata una matrigna di vita, mi ha fatto assaporare il dolore, l'umiliazione, la paura che spesso la vita racchiude, il male che diventa bellezza ma che non sorride...digrigna i denti!

Voglio iniziare una nuova catena di racconti, non solo per far capire quanto certe esperienze possano fare male, ma perché mi auguro di cuore che questo non accada più nelle nostre scuole, si parla adesso di bullismo, ma credo che ogni forma di sopraffazione, di umiliazione, di paura data ad un essere umano sia veramente orribile, spesso dietro maschere sociali nascondiamo, aguzzini e carnefici che ledono e nuocciono fortemente alla salute dell' ESSERE UMANO!



Buon anno nuovo a tutti quelli che con affetto ed amore mi seguono.

Un abbraccio universale

Doriana

giovedì 14 dicembre 2017

Anna e Marco...

Quando si avvicinano le feste natalizie mi sento sempre triste, non so perfettamente il motivo, ma tornano alla memoria storie e momenti di vita lontane.
I ricordi affollano la mente e riempiono il cuore di malinconica luce, e come in un film si dipartono immagini, voci, suoni che affollano le cellule cerebrali che lentamente ripropongono pensieri che sembravano totalmente seppelliti.
Torno indietro e mi torna alla mente la canzone di Lucio Dalla, Anna e Marco, legata a lontani ricordi e riesco a visualizzare momenti particolarmente intensi che mi regalano ancora sensazioni miste di felicità e tristezza, tutto si mescola in una forte voglia di rivivere quei momenti attraverso la memoria. Ed ecco riapparire nelle orecchie la musica e le parole di quella canzone che ha portato per mano una storia d'amore giovanile.
Avere vent'anni e innamorarsi di un ragazzo della tua stessa età, conosciuto attraverso una tua cara amica, prendersi per mano e iniziare un viaggio insieme, che doveva durare per sempre. Sensazioni struggenti che ti catapultano indietro come se fosse una macchina del tempo, e ritrovi profumi, voci, risate che risuonano nelle orecchie.
Immagini che scorrono veloci alcune belle, altre tristi, altre ancora ti fanno sorridere.
Lui allievo pilota, tu diplomata senza lavoro, cosa ci ha uniti non me lo spiego, cosa ci ha allontanati questo lo ricordo bene, la sua voglia di diventare un grande pilota di caccia, la forza che lo faceva diventare determinato e sicuro davanti ad ogni situazione.
Ci ha uniti la grande diversità, quella che poi lega tutti gli esseri umani, trovare nell'altro quello che manca a te.
A me mancava la determinazione, il coraggio di intraprendere una strada che portava a vivere la mia vita per quella che era, non fatta di sogni e di romanticherie.
Cosa ci ha diviso? Un oceano, l'oceano Atlantico che divide l'Italia dall'America, la sua carriera, la gioventù, la lontananza e chissà quante cose ancora!
Questa canzone mi ha fatto piangere per tanto tempo, ritrovavo un po' la nostra storia, strofe come "Anna con le amiche, Anna che vorrebbe andar via", ma sicuramente quella più vicina a quel momento è questa frase,  "Ma l'America è lontana, dall'altra parte della luna...".
Purtroppo non è finita come la canzone "qualcuno li ha visti tornare tenendosi per mano", la nostra  storia si interrompe attraverso un telefono, dall'altra parte della luna una voce mi dice che non può continuare, percepisco ancora quel dolore sordo, quella rabbia infinita, ma soprattutto la mia  solita richiesta " perché", rimasta senza risposta.
La cosa bella che se mi rivedo e mi ascolto non sono cambiata, sono rimasta una instancabile romantica, con una corazza che mi protegge dai dolori e soprattutto da tutti quelli che vedono il mondo in modo materiale, sterilmente avvinghiati alle cose, sopraffatti dalla superficialità, sostenuti da false ideologie, intrappolati in conformità che uccidono i sensi, invertono i pensieri fino a soffocarne la forza.
Questa storia è stata un po' come poi ho scoperto durante gli anni della mia vita, sottolineata dal mio profondo sentire gli avvenimenti, percependo molto prima quello che sarebbe accaduto tra noi, una sera in macchina poco prima che partisse, gli dissi che non ci saremmo più rivisti, lui forse per paura mi diede uno schiaffo, lo guardai inorridita e piena di stupore, non me lo aspettavo.
La vita è continuata per tutti e due, lui si sposò dopo essere tornato dall'America e lo è ancora con la stessa donna, io sono riuscita a provare amore per un uomo dopo nove anni , lui è diventato importante, io sono rimasta nel mio semplice mondo incantato!
Il resto ve lo racconterò un altro giorno, anche perchè niente si è fermato come per incanto.

Un saluto grande pieno di ricordi e non di rammarichi!
Buon ascolto




Doriana