domenica 1 settembre 2019

Ti racconto una storia...L'Illusionista


Un pomeriggio da non dimenticare. Stavo in sala di aspetto e stavo riordinando gli appuntamenti e gli incontri di yoga casualmente mi trovo ad ascoltare, mio malgrado, i commenti di due maschi, uno di nome Francesco, l'altro mio marito Alessandro, o quello che ritenevo tale fino a qualche minuto prima! Parlano della donna di un altro con espressioni da uomini di bettola, Alessandro esprime tutta la sua libidine e approvazione riguardo alla femmina che si trova fuori!
Resto allibita, non avrei mai pensato lui in questa veste. Immaginavo che da molto tempo non mi fosse fedele, ma che dentro il posto dove lavoro anch'io riuscisse ad essere così squallido...no non ci arrivavo neanche con la mia più fervida fantasia.
Mi costringo a restare in ascolto di quelle esclamazioni di meraviglia difronte a tanta bellezza ed eleganza, mugolii di approvazioni ed esclamazioni molto maschili, che ho volutamente rimosso dalla mia mente. Arriva il turno della "splendida".
Voce da gatta in calore con suoni acuti e soffici dove si aggiungono i miagolii di Alessandro!
Quella che spesso inveisce contro di me con allucinanti "ma che vuoi?", "ah si va beh!", adesso era diventata una voce melliflua, con accordi suadenti, insomma classica modalità DEFICIENTE a caccia.
Resto seduta ad ascoltare , anche perchè non riesco a muovermi da lì, escono dalla stanza mi passano davanti e non si accorgono della mia presenza; tutti questi anni vissuti con lui!
Non riesco a crederci, ecco spiegato il motivo di tanta indifferenza e violenza verbale, a volte si è ciechi e sordi, non si vuole comprendere il cambiamento avvenuto negli ultimi anni di matrimonio, il modo sempre sbrigativo di rispondermi, che andava verso il grugnito o un latrato, per arrivare ad un abbaiare nei miei confronti, sempre scocciato e frettoloso, di chi non ha mai tempo da perdere con una scema come me.
Ad ascoltare quei suoni melodiosi uscire dalla bocca di mio marito, mi faceva star male, più che se lo avessi trovato a fare sesso con un'altra donna!!!
Mi sono sentita usata, distrutta, umiliata, abbandonata, sola, tutto in un secondo; nessuno può comprendere se non ha provato cosa si sente in quel momento, gli occhi si aprono improvvisamente e la luce violenta ti ferisce come una spada, entra e ti trafigge, resti annichilita, sgomenta, nelle orecchie l'eco fastidioso di quelle parole che ti rintronano il cervello.
Mi sono tornati in mente i dieci anni di rapporti sessuali sempre più diradati e di fretta, mi sono tornati in mente la solitudine e la difficoltà di vivere quella relazione logora e senza più sentimento, senza conforto ed aiuto, mi sono tornate alla mente le mie richieste prima educate seguite dalle mie urla sconnesse perchè mi desse delle spiegazioni, invece in cambio ho avuto silenzi, a volte con delle risposte senza senso, dei grugniti, sempre accompagnati da un girare le spalle e andare via.
Arrivavo a sentirmi stupida, sola, inadeguata, sciocca, inutile, ma soprattutto non più "DONNA", ma solo un fantoccio senza forme umane, senza una identità, una perfetta idiota.
Sono rimasta seduta sulla sedia anche quando è uscito e non si è accorto della mia presenza tanto era preso dall'avvenenza della sua paziente; non si è accorto subito di me come sempre, quando si gira, il suo stupore e la sua meraviglia lo tradisce, sbianca e si irrigidisce, ma ormai è bravo a mistificare l'imbarazzo e come sempre fa finta di niente.
Lei splendida nel suo abbigliamento da 5.000 euro, tacco dodici,borsa coordinata, tutto assolutamente griffato, mi guarda con aria di sufficienza e di compatimento insieme, tirano fuori un argomento banale su un apparecchietto che lei usava, facendolo sembrare la cosa  più importante in quella conversazione, vengo chiamata in causa anch'io perchè la cosa poteva interessarmi.
In quel preciso momento sono morta, mi sono sentita distrutta, come se vent'anni con lui fossero stati solo una grande "cazzata", perché non ho capito, perché ho fatto finta di non comprendere che quell'essere che mi costringevo ancora a credere mio marito non aveva per me nessunissimo interesse, neanche umano.
Ho vissuto di illusioni, di idee che erano solo mie e mi sono resa conto di averle vissute con un "ILLUSIONISTA" che per anni mi ha fatto credere che lui la pensasse come me su tante cose, che fossimo coinvolti anche sulle idee lavorative nella stessa direzione, ritrovarmi truffata, sfruttata e, come donna, violentata nel peggiore dei modi.
Ho avuto per la prima volta la sensazione di un grande vuoto, mi sono chiesta "adesso che faccio?",
sono vissuta tutti questi anni dentro una stanza buia, improvvisamente qualcuno aveva aperto una finestra e la stanza si era inondata di luce accecante che mi feriva gli occhi, ero cieca, disorientata non sapevo cosa fare.
Allora mi è tornato in mente quello che mi ripetevo quando tutto mi appariva confuso, nel caos...aspetta resta ferma.
                 
"La vita non dovrebbe essere un viaggio organizzato 
verso la tomba, 
che raggiungiamo sicuri e senza contrattempi 
in un corpo attraente e ben conservato. 
E' piuttosto un percorso per vie traverse, 
con un bicchiere di champagne in una mano, 
   una manciata di fragole nell'altra, 
 il corpo scrupolosamente consunto dall'uso,
il cuore aperto, 
lo spirito libero da vincoli, 
 l'anima pronta a librarsi in alto, 
    gridando esausti:
"Wow che viaggio!".


Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.


domenica 13 gennaio 2019

Ti racconto una storia...Le donne guerriere parte II

Quanta luce si può vedere attraverso gli occhi, quanta se ne riesce a tollerare.
E' stato sempre un mio gioco guardare il sole per catturare tutta la sua luce, il suo calore, la forza che ti integra nella luce intensa che va dal giallo, all'arancio ed arriva al rosso, forte intenso in un abbraccio unico irripetibile.
Sento una mano che prende la mia, non conosco a chi appartenga, ma la sento forte,  mi trascina in questo tunnel luminoso, la paura non fa parte di questo luogo.
Piano, molto lentamente inizio a scorgere delle figure che si muovono  intorno a me, mi osservano  non mi conoscono ed io non conosco loro. Ma dove mi trovo, quale buco ho attraversato?
La figura che mi tiene ancora per mano mi parla e sento un suono che mi riempie il cuore, io la conosco...
La domanda ce la facciamo in contemporanea, chi sei? Già chi sono, non riesco a rispondere ci penso, mentre lei si presenta; io sono Pentesilea regina delle Amazzoni, riconosco in te una nostra sorella il tuo nome è Ippolita. Resto ad ascoltare attonita, e come un uragano mi si risvegliano memorie antiche, mi vedo vestita da guerriera, che impugno una spada, mi tuffo urlando contro nemici, mi ritrovo attorniata dalle mie sorelle armate e combattive. Dove vado lo so perfettamente, con chi sono lo ricordo, ma la cosa più bella è che mi riconosco in quel nome, Ippolita.
Al mio fianco che mi fa da guida la mia più grande e fedele amica Pentesilea. Ancora fianco a fianco, come tante volte in battaglia, contro uomini armati che combattevano contro di noi. Sentirla vicina mi ha ridato l'energia che avevo perso, mi sono girata verso di lei e ci siamo abbracciate come solo le Amazzoni sanno fare.
Braccio contro braccio, petto contro petto, l'altro braccio che circonda le spalle.
Da quanto tempo non sentivo quella forza, da quanti anni non ero più stata abbracciata. E proprio questo mi fa tornare in mente le parole della donna che credo fosse la fidanzata di mio marito :"abbracciatevi che è da tanto che non lo fate" e dove incredula ribadivo :"ma lei come fa a saperlo?".
Già come faceva a sapere quello che solo lui poteva sapere, perchè glielo ripetevo in continuazione, come si fa a volersi bene se non si sente il bisogno di abbracciarsi,sentirsi vicini nell'odore, nell'amore. Ma spesso ricevevo  un grugnito di apparente assenso, o meglio un lungo interminabile silenzio, si girava di spalle sentivo perfettamente il suo disprezzo, tutto questo aveva generato in me il grande dolore quello di sentirti un NULLA.
Tutto aveva poi partorito la mia sciocca idea di non essere all'altezza...ma di cosa poi, adesso credo fermamente che chi non riesce ad amare è da ritenersi inferiore come essere umano.
In quel momento ho generato il mio Alien, si è legato all'organo di competenza di quel dolore, il mio seno destro. Chi si occupa come me di medicine naturali sa perfettamente che il seno destro è legato all'uomo, al maschile, che non ti ama, colui che tradisce ogni tuo ideale di amore, quello per cui hai lasciato la tua città, il tuo lavoro, la tua vita, credendo che quel sacrificio valesse bene la scelta che stavi affrontando.
Adesso inizio a definire tutte le persone che mi stanno intorno, le sento vicine, tutte sono legate a me da lontane appartenenze, finalmente a casa.
"Pentesilea come una furia guida falangi di Amazzoni coi loro scudi lunati e in mezzo a mille risalta per la sua cintura d'oro che sotto il seno nudo tiene annodata vergine guerriera, che osa scontrarsi con uomini armati".
Queste parole tornano imperiose nella mente che fa un salto indietro nel tempo, un viaggio a ritroso, oppure un viaggio in un'epoca parallela dove tutto sussiste senza che nulla sia cambiato.
Mi sento finalmente in mezzo alla comprensione profonda, mi ritrovo ad avere la forza, la consapevolezza di esistere, perchè solo attorniata da tanto amore ritrovo il piacere profondo intenso della VITA.
Ritrovo altre compagne che vengono verso di me e mi abbracciano, intanto si apre una distesa fantastica di natura selvaggia, alberi, fiori, profumi intensi mi vengono incontro trascinandomi in un turbinio di sensazioni che penetrano tutti i miei sensi e  la mia pelle, portandomi a quel piacere a lungo negato, il piacere dell'amore.
Penso ad Alteo, lo vedo gareggiare con se stesso, pavoneggiarsi di fronte alle sue prede, mentre sceglie quella che sarà al suo talamo quel giorno, rossa, bruna, bionda, capelli lunghi, corti, seni importanti e sederi che chiamano al sesso. E mi appare sciocco, infantile, mi viene da sorridere e finalmente rido di gusto immaginando, osservando quel film che si muove sotto i miei occhi.
Ritorno alle mie compagne e a quel luogo fiabesco che rimuove ogni dolore, che mi fa sentire finalmente parte della natura, della vita. Inizio a parlare con loro mi ricordano le battaglie al suono del sistro, che ci faceva ingraziare i nostri dei, un suono limpido e cristallino che riempiva il campo di battaglia. Poi mi rivolgo a Pantesilea, inizio a parlare dei i miei dolori, racconto parte della mia vita, quanto mi siano mancate, mi chiede come sia la vita dall'altra parte, e cerco una descrizione che possa rendere la  visione giusta.
"Di la' esistono tecnologie che qui sembra non esistano, si vive in case riscaldate, perfettamente arredate, piene di ogni comfort ma manca la luce che avete qui, siamo senza suoni ma siamo pieni di frastuoni, qui avete i sorrisi, noi abbiamo facebook, qui avete il contatto fisico, noi abbiamo internet, voi avete gli alberi i fiori, noi abbiamo quasi distrutto tutto per fare spazio al nostro egoismo.
Abbiamo creato rapporti falsi, fatti di lievi sorrisi tanto da non arricciare il naso, in modo da non aprire troppo la bocca, restando imperturbabili di fronte a tragedie, malattie, solitudine, abbiamo contrapposto all'osservazione dell'uomo la tac, risonanze magnetiche, ecografie, radiografie, mammografie....vige il motto andiamo a vedere, non si ascolta il racconto del paziente, non si fanno osservazioni, il medico incapace si affida alla tecnologia, che lui stesso ha creato.
Ma una cosa è certa non riusciamo a guarire perchè la malattia è vista come una punizione, come un handicap, qualcosa di cui non si deve parlare, tutto il nostro mondo di la' è pura ipocrisia, le donne credono di essere al pari dell'uomo, ma non è mai stato vero, il nostro lavoro è sempre sottovalutato, quando non siamo più appetibili come forme sessuali, veniamo scaricate come vecchie auto, l'unica cosa che ci distingue dalle auto che non c'è rottamazione da pagare, quando l'uomo anzi il maschio ritiene di essere stato abbandonato perchè, civilmente, anche se con dolore, provi a separarti, ti uccide, vedere come sono aumentati gli omicidi di donne".
A questo punto sento una forte rabbia che si scatena nelle mie compagne, "Pantesilea credi che potreste venire dall'altra parte e fare guerra a questo mondo di maschi prepotenti?" Lei mi risponde "credi che servirebbe? Nulla è più forte della comprensione che passa attraverso l'amore universale che lega ogni essere umano alle Divinità che ci hanno donato la vita, cerca di vedere oltre il tuo ottuso dolore, che sta fermando la tua capacità di accogliere, di vedere quello che ti sei sempre prefissa quando vivevi con noi. La vita è solo un cammino da un "giro" all'altro, ci serve per crescere per diventare perfetti arrivando a quegli spiriti chiamati "vite raggianti", dopo ogni giro c'è un momento di riposo, il "pralaya". In questo momento l'uomo lascia dietro di se un seme immerso in un letargo, proprio da questo nascerà l'uomo del Sole.
Allora potrai ritrovare la vera Ippolita, riconoscendoti in quello che ora sei nel tuo nome di adesso Dorotea"
"Perdonami ma non ti capisco, cosa dovrei fare adesso, uscire da questo incanto e tornare in quell'inferno dantesco? Mi vuoi rimandare da dove sono venuta?".
"Adesso lo puoi fare non avere paura di affrontare la rinuncia al tuo seno, lo hai già fatto quando eri Ippolita, non avere paura di restare senza un compagno, è una scelta che hai già accettata come forma di vita, non avere paura di curarti, segui le tue conoscenze mediche, i tuoi rimedi naturali, trasforma in LUCE la tua vita offuscata dall'odio, dall'invidia, dal rancore, molto spesso donne come noi non possono essere amate perchè la loro forza induce debolezza nel maschio rendendolo ridicolo nel ruolo a loro ascritto nei millenni. Questo accadrà quando anche la natura maschile convertirà in luce le sue tenebre. Quando la loro bassa materia farà rinascere lo spirito, quando e solo allora noi potremo essere amate, comprese, rispettate, allora il mondo sarà nell'era del Sole, l'evoluzione terrestre porta a mitigare e domare il carattere animale dell'uomo. Va torna alla tua era e porta con te la nostra forza vitale, ricorda nei momenti tristi e di solitudine che non sei sola, ma che appartieni al mondo delle Amazzoni."
Mi sento improvvisamente trascinata in un turbine e mi ritrovo seduta sulla panchina, con gli esami sulle mani, a fissare quella porta Magica che ancora una volta mi ha dato risposte, sento ancora l'abbraccio forte che ci siamo scambiate con le sorelle Amazzoni, sento ancora l'odore e il calore della stretta di Pentesilea, la mia dolce, forte incorruttibile amica guerriera.
Adesso so cosa fare, e sono certa anzi sicura che guarirò perchè ho ritrovato il motivo per cui esisto ...sono IO la mia esistenza, sono IO la mia forza quella da amare nonostante tutto!

La vostra Amazzone Ippolita

Con affetto e pazienza leggete

Doriana