lunedì 27 aprile 2015

Grandi sogni...

Sembra strano, ma spesso si sogna ad occhi aperti, immaginando quello che potrebbe avvenire nella tua vita. 
Il sogno più grande e forse temerario, che abbiamo avuto io e Marco è stato quello fatto dieci anni fa, sognare di avere una casa tutta nostra.
Da quando ci siamo sposati abbiamo sempre abitato in case in affitto, fatto tanti traslochi, desiderando ardentemente di non traslocare mai più!
Ed ecco un giorno Marco torna a casa e racconta di aver trovato casa.
E' proprio così che inizia la nostra fantastica avventura.
Una casa con terreno, probabile giardino, molto bella, l'entusiasmo arriva alle stelle, e come sempre "dalle stelle alle stalle".
Ci imbarchiamo con l'euforia della gioventù, si fa per dire, in una giostra che inizia a farci girare la testa, ci svuota le tasche, e ci riempie di tanti impegni, non abbiamo il tempo per riflettere, per valutare, per fermare questa ruota e scendere!
Ci ritroviamo ad affrontare un'esperienza elettrizzante ed impegnativa, senza avere una persona che voglia aiutarci in questa follia.
Amici, parenti, padri e madri, si discostano da noi quasi magicamente allontanati, forse non erano d'accordo, ma questo non lo sapremo mai. 
E così come schegge impazzite vorticosamente raggiungiamo la fine, la casa che tanto avevamo sognato adesso era realtà, una realtà fatta di rinunce, di lavoro in giardino, di soddisfazioni nel vedere le piante crescere, abbiamo passato sette meravigliosi anni.
Tra feste, incontri con amici, solitudini cercate, intanto ci facevamo grandi, insieme a noi le figlie, e così accorgerci che tutta quella casa era troppa, che tutta quella fatica, era troppa, che tutto quello spazio, generava solitudine, che tutto era grande ed insignificante.
Il nostro meraviglioso sogno, stava diventando un incubo!
E allora bisogna abbandonare i sogni e guardare la realtà. le figlie ormai grandi ci lasciano per andare a Roma, noi troppo grandi per impegnare il tempo a coccolare una casa, e per questo ed altri milioni di motivi ci decidiamo a lasciare andare il nostro sogno.
Saper lasciare andare le cose che non servono più, è sicuramente essere cresciuti, maturati, anche un pochino sfatti; ma sicuramente evita ulteriori errori ed allontanamenti.
Trovare negli affetti la forza e l'unica necessità nella vita, ci aiuta a modificare i nostri bisogni.
Accorgersi che quello che desideri e lì, tra le tue mani, è la persona che ti sta accompagnando in questi venticinque anni, e allora a cosa serve la casa, se ho già una fortezza dove vivere?!
Allora coraggio e forza devono essere con noi, perché solo così nulla ci può fare paura, vivere insieme è l'unica grandezza che abbiamo, dividere per moltiplicare, è l'unica necessità che viviamo, volerci ed amarci, e l'unica vita che conosciamo: insieme!
"La paura non appartiene al presente, ma solo al passato ed al futuro, che non esistono".


Vi auguro una settimana di forza e amore condiviso!



Doriana



"Non si può vivere settanta e più anni, commettendo sempre azioni sagge.Per forza qualche sciocchezza, o piccola o grande, si deve pur commettere. E una oggi, una domani, tirando infine le somme..."

     (L. Pirandello)



venerdì 17 aprile 2015

Anni '60...

Sento spesso menzionare questi fatidici anni '60, avevo appena tre anni e sicuramente me ne infischiavo di cosa fossero tutti quei movimenti o mode dell'epoca! 
Certo è che quegli anni sono stati fondamentali per il grande cambiamento che abbiamo avuto, finita la guerra ci si ritrova più poveri, gli anni 60 hanno portato ricchezza, agiatezza, capacità imprenditoriali, voglia di divertirsi senza più affanni.
Ricordo meglio gli anni '70, gioventù, minigonne, liceo, amici, voglia incoercibile di vivere, di sognare, di percorrere strade nuove, senza paura. 
Si veleggiava verso il futuro immaginandolo perfetto e pieno di bello e di novità!
Il lavoro, la carriera, e che altro ancora?

Non è nostalgia, non ho mai provato questo sentimento triste fatto di rimpianti. Vivere e andare avanti, fare le cose quando serve e solo in quel momento.
Pensate che era l'inizio della Nutella, che io ho mangiato solo  tanti anni dopo, il tempo della prima pentola a pressione, mia madre la comprò subito, faceva risparmiare tempo. In casa c'era anche il televisore, una scatola enorme, che funzionava solo con un canale e solo la sera.
E poi venne l'aspirapolvere, una marca che ancora esiste, una Folletto, tutta accessoriata, ricordo perfettamente che era corredata anche da un attrezzo che serviva per dare la pittura sui muri.
Il personal computer nato nel 1960 dalla nostra famosa Olivetti, e poi i motorini, il Ciao che faceva sentire "fichi" tanto liberi.
Tutto questo per dire semplicemente, speriamo che anche questo momento poco allegro fatto di tanti sacrifici di rinunce; dove apparentemente non c'è stata una guerra, ma dove la devastazione è la stessa, possiamo tornare ad un nuovo 1960 di rinascita di allegra spensieratezza ed agiatezza, ma soprattutto ad avere lavoro, quella parola che al solo pronunciarla rende liberi e regala una grande dignità.

Buon venerdì a tutti

Doriana