martedì 7 luglio 2015

Feuilleton n° 1... Alfa ed Omega

Non ho mai avuto paura della Morte, anche perché è stata una sensazione provata prima di nascere.
Mia madre era incinta di me, al quinto mese di gravidanza, e perse la mamma , mia nonna Angela.
Il dolore deve essere stato enorme, e sicuramente ho percepito quella forte sensazione nell'utero, lei non mi ha mai parlato del suo dolore, troppo grande per essere discusso o raccontato; dal mio canto ho assorbito in maniera del tutto incosciente quel torrente impetuoso di dolore, di pianto, di disperazione, di solitudine. 
Nascere e comprendere coso possa essere la morte, è il più grande dono che la vita possa darti, senza nessuna discontinuità, inizio e fine, alfa ed omega.
La mia infanzia è stata normale, con un padre normalmente occupato a lavorare, una madre che lavorando si occupava di tutto quello che restava, noi figlie, la casa, la spesa, la nostra istruzione.
Il ricordo più lontano che porto con me è quello ancora incredibile a dirlo, della morte di mio zio Silvio, e così che si chiamava. zio di mia madre fratello di mia nonna Angela, era una famiglia eccezionale, i loro nomi erano tutti virtuosi, accompagnati da un altrettanto cognome, che lasciava trasparire la loro indole, Boni.
Ero molto piccola, forse tra i tre o i quattro anni, ricordo quel momento perfettamente, una grande stanza, rispetto alla mia statura, un letto matrimoniale al centro della stanza, piena di luce, e un signore steso nel centro del letto.
La sensazione che mi torna alla mente, è di assoluta tranquillità, non avevo paura, guardavo in silenzio la scena, e forse mi chiedevo cosa facesse quel signore immobile nel letto.
Tutto vestito, addirittura con le scarpe; quando mia madre si raccomandava sempre di non salire con le scarpe sui letti. Forse lui aveva una dispensa particolare, sicuramente i grandi potevano permetterselo.
L'immagine rimasta scolpita nel mio cervello, divenne domanda; dopo tanti anni chiesi a mia madre, "quell'uomo in quella stanza, era reale o frutto della mia fantasia?".
Mia madre stupita e molto sorpresa, mi domandò come facessi a ricordare quell'episodio, visto che ero così piccola, ed era passato tanto tempo.
Quasi scusandosi di quello che era accaduto, mi disse che non sapeva dove lasciarmi, che non avendo nessuno che si occupasse di noi, c'era anche mia sorella Angela ancora più piccola di me, ci aveva portato con se.
Quanto può essere strana e ripetitiva la vita...e la morte.
Quando mia madre morì,era nel 1997 di luglio, forse era caldo come adesso, non ricordo questo particolare, ma indelebile  quel momento di contatto con la morte, lasciai Eleonora e Caterina dalla loro Tata Bruna, almeno  avrebbero mantenuto il ricordo della loro nonna viva, sorridente,accogliente come era sempre stata, allontanando invece quella strana sensazione che avevo tenuto per tanti anni.
Vita e morte si accavallano, si intersecano, si abbracciano, il contatto con tanto dolore, ti fa crescere, avendo percepito quella forte sensazione nell'utero di mia madre prima di nascere, ho trasportato dentro sempre delle forti sensazioni; dolore, piacere,solitudine, pianto, abbandono, amore, rendendo tutti questi mostri "amici".

La mia nonna Angela






In questa foto mia madre era incinta di me ed era già senza la mamma, si vede dal suo viso che nonostante la gioia della gravidanza era profondamente triste! 

Sulla foto ho scritto io da piccola per sottolineare " mia mamma".


" Ciò che siamo oggi deriva dai nostri pensieri di ieri e i nostri pensieri attuali costruiscono la nostra vita di domani: la nostra vita è la creazione della nostra mente" (Buddha)


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